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Sempre le stesse storie.
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Sempre le stesse storie.

Quanti tipi di storie esistono?

Daniele Selmi
May 29, 2021
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Pensate al vostro libro preferito.

O all'ultimo che avete letto, se non ne avete uno preferito.

Oppure a un film, se non siete amanti dei libri.

Insomma, fate un po' come volete: del mezzo in se non ci interessa, pensate a una storia.

Ce l'avete in mente? No? Dai, vi do qualche minuto per sceglierla.

Sempre le stesse storie.

I. Ok, iniziamo.

Un paio di anni fa ho sentito per la prima volta nominare "le 7 trame fondamentali": un nome altisonante che è anche il titolo di un libro scritto dal signor Christofer Booker (The Seven Basic Plots: Why We Tell Stories - si, capita che i traduttori riescano a migliorare un titolo invece di rovinarlo) in cui vengono descritte sette tipologie di trame, alle quali è possibile far risalire tutte le storie (onestamente non ho controllato). Il signor Booker basa la sua analisi sul lavoro del beneamato Carl Jung, che è interessante, ma anche no.

Ora, con la vostra storia in mente, vedete se identificate a quale delle 7 trame appartiene:

  1. Affrontare il mostro (James Bond, Star Wars)
    Protagonista contro antagonista. Easy.

  2. Dalle stalle alle stelle (Cenerentola, Aladdin)
    Inizi male, poi migliori (con anche la variante male-bene-malissimo-meglio)

  3. La ricerca (L'Odissea, Il Signore degli Anelli*)
    Odissea. Più di cosi non so come spiegartelo.

  4. Il viaggio (Alice nel paese delle meraviglie, Lo Hobbit)
    Anche qui è abbastanza lapalissiana la cosa

  5. La commedia degli equivoci (Il diario di Bridget Jones, Quattro matrimoni e un funerale)
    Questo lo lascio spiegare a chi sa "Stile leggero e umoristico con un finale felice o allegro; un testo in cui il motivo centrale è il trionfo sulle circostanze avverse, con una conclusione felice o di successo. La commedia è più del semplice umorismo. Si riferisce a un modello in cui a causa degli equivoci la situazione diventa sempre più confusa, ma alla fine è resa chiara in un singolo evento di chiarimento. La maggior parte delle commedia romantiche rientrano in questa categoria."

  6. Tragedia (Il ritratto di Dorian Gray, Madame Bovary, Romeo e Giulietta)
    Sfiga. Poi un po' di sfiga. Poi un po' di tristezza. Aggiungi del dramma. Chiudi con della sfiga fritta e - a piacere - una spolverata di ma-allora-sei-scemo-e-te-la-vai-a-cercare.

  7. Rinascita (Il principe ranocchio, La bella e la bestia, Racconto di Natale)
    "Tu poi, sei nato torto e morirai testa di cazzo"

Vi torna? Io pensavo ad Harry Potter, che evidentemente rientra nel primo caso: Harry deve sconfiggere Voldemort, si lamenta e piange per 7 libri mentre Hermione fa il lavoro sporco e alla fine Voldemort viene sconfitto dalla bacchetta di Harry. Classico.

Sempre le stesse storie.

La vostra storia non rientra in nessuno di queste 7 opzioni? Fico.

II. Sicuro sicuro che siano 7?

La cosa è, ovviamente, più complicata di cosi. Il nostro amico Booker pubblica la sua analisi Junghiana nel 2004, ma già nel lontano 1965, un signore chiamato Kurt Vonnegut scrive una tesi per l'università di Chicago in cui delinea le "forme basi" delle storie (questo è un estratto di una lezione in cui spiega la sua tesi, dura 4 minuti ed è in inglese). L'università finì col rigettare la tesi e - per tutta risposta - Kurt li mandò coloritamente a cagare (se avete visto il video non dovrebbe sorprendervi):

“The apathy of the University of Chicago is repulsive to me. They can take a flying fuck at the mooooooooooooooon.”

Per farla breve, nel 2016 viene pubblicato uno studio in cui vengono delineati i risultati di un'analisi linguistica di migliaia di storie; c'è anche un sito che mostra i livelli di felicità - seguendo le "forme" delle storie come le intendeva Vonnegut - di vari libri: Romeo e Giulietta, Harry Potter e Il Principe Mezzosangue (ci sono tutti e 7, tranquilli), il Conte di Montecristo, eccetera, eccetera. Sono migliaia, sbizzarritevi.

A livello più macroscopico, sono emerse sei forme basi, che si concentrano sul livello di felicità più che sulla struttura:

  1. Dalle stalle alle stelle (parte basso e sale) _/‾

  2. Dalle stelle alle stalle (parte alto e scende) ‾\_

  3. Uomo nel buco (alto-scende-sale) ‾\_/‾

  4. Icaro (sale-scende) _/‾\_

  5. Cenerentola (basso-sale-scende-sale) _/‾\_/‾

  6. Edipo (alto-scende-sale-scende) ‾\_/‾\_

(Hanno anche visto che - in base alle analisi - le storie con più successo sono quelle a forma di Cenerentola (con anche la variazione a finale tragico), Edipo, oppure due uomo-nel-buco in serie.)

Guardando solo l’andamento delle storie, è quindi facile dire che una storia ha lo stesso andamenti di un’altra: Giulietta e Romeo e Icaro hanno la stessa forma, cosi come - secondo Vonnegut - Cenerentola ha la stessa forma della Bibbia (Caos -Genesi - cacciata dal Giardino dell’Eden - venuta di Gesú). Ok ¯\_(ツ)_/¯

III. Quindi alla fine sono 6?

Beh, le due teorie non sono esattamente in contrasto, dato che si basano su aspetti diversi (una la trama, l’altra il livello di felicità), quindi non è questione di una-o-l'altra.

Inoltre, non sono le uniche due teorie che cercano di definire le tipologie di storie:

  • c’è Foster Harris che la fa facile e dice siano solo 3 - con finale allegro, con finale triste, tragedia

  • o chi dice che sono 20, come il signor Ronald Tobias e i suoi 20 master plots,

  • Jessamyn West che segmenta in base all'antagonista: uomo vs. uomo/ macchina/ natura/ ambiente/ supernaturale/ se stesso/ dio (si son sempre 7),

  • e chi fa lo sborone e rilancia con le 36 situazioni drammatiche di Georges Polti (no, non quello del ferro da stiro).

Ma non lasciamoci sfuggire la situazione di mano che qua stiamo già andando per le lunghe.

IV. Bello, ma quindi?

Avete ragione, tutto molto interessante, ma che ce ne facciamo?

Ovviamente nessuno sano di mente userebbe queste analisi per dire che Icaro e Giulietta e Romeo sono due storie uguali e - a mio parere - l’analisi di queste storie serve non tanto per le storie analizzate, ma per tutte le altre.

Capire quali storie funzionano e come sono strutturate può essere utile per capire perché altre non funzionano. Attenzione: può. Non è detto che su una bella struttura vengano messe parole eleganti o personaggi ben costruiti e quindi la struttura si trova a reggere la storia di un bambino piagnucolone, per giunta raccontata male. Diciamo che è una condizione necessaria, ma non sufficiente.

E l'importanza di una storia ben fatta può essere solo sminuita. C'è un motivo se il concetto di storytelling** è usato un po' come buzzword** in ogni pratica che va dal marketing alla geologia. Harari addirittura considera le storie e l'immaginazione come l'elemento che ha permesso all'homo sapiens di raggiungere il suo attuale posto nell'ecosistema mondiale. In termini di percezione, invece, si può dire che per come noi esseri umani - ma anche gli altri animali - percepiamo lo scorrere del tempo, il nostro cervello è sviluppato per comprendere gli avvenimenti come storie, come azioni e conseguenze, evento che segue evento (anche questo lo dice Harari in 21 lezioni per il 21° secolo - mi sembra -  ma non ritrovo la cit e non ho intenzione di rileggere tutto il libro per trovarla).

E poi c’è Fast and Furious, che se vuoi una trama piuttosto guarda un porno.


V. Arrival

Tra amici è anche condividere cose belle, quindi è ora che questa newsletter evolva, non vorrete mica un numero uguale ad un altro!) aggiungendo una sezione di consigli. Nello stile di AL, anche questa sarà completamente random: film, musica, altre newsletter, ricette, vedo gente, faccio cose. Il cosa sarà a caso, ma spero di riuscire ad allineare almeno l'argomento. Spero.

[Si accettano suggerimenti per il nome della rubrica]

Sempre le stesse storie.

Sulla percezione del tempo (e sull'importanza della lingua) c'è un bellissimo film di Villeneuve che si chiama Arrival con Amy Adams e Jeremy Renner.

Si "basa" sul libro di Ted Chiang Stories of your life and others. Basa tra virgolette perché, dalla storia di Chiang, Arrival prende solo il concetto della scrittura (e non dico altro per evitare spoiler) e lo arricchisce con Alieni, teorie linguistiche (ipotesi di Sapir-Whorf), una bella fotografia e ancor più bella colonna sonora (a me piacciono anche i rumori di sottofondo in questo film). Poi io non sono un critico cinematografico quindi mi taccio.

Il film è ormai vecchiotto, parliamo del 2016, quindi magari l'avete anche già visto tutti e questa sezione di raccomandazioni muore sul nascere.


*Penso che "Il signore degli anelli" possa essere inteso sia come ricerca che come viaggio, non vorrei far infervorare qualche tolkeniano di ferro.

** Prima o poi scriverò anche su questa diatriba tra l'inglesismo e il "abbiamo-l'italiano-che-è-la-lingua-più-bella-del-mondo-perchè-non-parli-come-mangi-?". Per ora, da come ho definito la cosa, dovreste capire un po' da che parte sto.

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