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People pleaser
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People pleaser

Nonostante il significato possa suggerirlo, non è proprio un complimento...

Daniele Selmi
Mar 13, 2022
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Iniziamo con una piccola premessa sul lavoro che faccio e come funziona la creazione dei contenuti che usiamo: abbiamo una libreria piuttosto vasta di percorsi, moduli e corsi che sono stati creati dai vari esperti, validati, e che vengono poi usati come blocchetti di lego per costruire il percorso più adatto ai vari clienti con cui ci troviamo a lavorare

In questi giorni sto partecipando a un test di un nuovo programma che si concentra sulla negoziazione, come negoziare al meglio, quali strumenti usare, come prepararsi, etc... I nostri espertoni si sono messi all'opera per crearlo e alcuni di noi sono stati reclutati per fare da cavie nel ruolo di partecipanti.

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Uno dei miei colleghi-cavie che chiameremo Wiggo Wul Wurstel è un personaggio con una certa seniority di un ufficio americano, uno che ha anni di negoziazione alle spalle e che è parte della fase di testing anche e soprattutto per sfruttare la sua competenza. WWW ha detto una cosa che - proprio per chi l'ha detta - mi ha fatto pensare: nonostante la preparazione, nonostante tutto il valore che WWW riesce a comunicare al cliente, nonostante sappia per certo che è un momento in cui arriva, quando il cliente gli chiede uno sconto, WWW si sente in difficoltà a dire di no; ne ha parlato come una sensazione di disagio anche a livello emotivo e una resistenza a dare una risposta netta e precisa.

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"What a people pleaser"

Stavo per dirlo, ma mi son morso la lingua. Nonostante il significato possa far pensare che sia una cosa positiva (letteralmente "colui che compiace le persone"), people pleaser non è un complimento: è un essere gentili, compiacenti, accomodanti all'eccesso.

Quando si dice a qualcuno che è un narcisista, un egocentrico, un ossessivo compulsivo (anche se ormai "essere OCD" lo si sente più come un vanto che ci si fa, piuttosto che un'accusa che viene mossa) si usano questi termini come un'iperbole (a meno che siate degli psichiatri e stiate fornendo una diagnosi): questi sono tutti veri e propri disturbi della personalità, che sfociano nel patologico nel momento in cui "causano un disagio significativo o una compromissione funzionale", ovvero impediscono il normale svolgimento di attività e in generale della vita.

Una persona che riordina i libri per colore non è affetta da disturbo ossessivo compulsivo: gli piace l'ordine, riordina i libri per colore una volta e non ci pensa più; questa cosa non gli impedisce di fare niente. Sarebbe una compulsione se togliesse tempo ad altro per controllare ripetutamente che i libri siano nell'ordine giusto, se continuasse a riordinarli perchè la gradazione dei rossi non lo convince, o se comprasse dei libri su un sito che vende libri in base al colore in modo da crearti la libreria del colore che vuoi.

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Vi vedo che state gia comprando i libri colorati

People pleaser è un po' lo stesso parallelo con la gentilezza. Si cerca in ogni modo di rendere felici gli altri, anche a discapito della propria felicità; solitamente fa coppia con una forte insicurezza o una personalità un po' remissiva, che necessita dell'approvazione degli altri e fa di tutto per ottenerla.

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L'amico WWW - per quanto poco lo conosca - non mi è sembrato nessuna di queste cose, ma tutto è sempre un continuum: a un estremo ci sono gli accomodanti patologici, all'altro ci sono gli infami che ti rubano la gomma poi la buttano. Della tua gomma nuova, con ancora l'incarto perfetto e gli angoli non consumati, non gliene fregava nulla: sono solo stronzi. Checchè se ne dica e pensi, nel mezzo ci siamo poi noi: chi più chi meno gentile, che non vogliamo causare troppo dispiacere e - anche se vorremmo tanto - non diciamo al cameriere che in realtà non va tutto cosi bene perchè la pasta era scotta e senza sale.

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"Andava tutto benissimo, grazie mille!"

Wiggo me lo sono immaginato un po' cosi: uno che ci tiene ai suoi clienti, che gli sta dando tanto perchè vuole davvero aiutarli e che sa che uno sconto non glielo deve/può fare: ma dire di no, che non gli puoi fare il 10% in meno sul prezzo, lo fa sentire un po' nella "parte del cattivo"; ed ecco che Wiggo, una persona con anni di esperienza che sa quanto vale il suo lavoro, si trova in difficoltà a dire di no.

Ma se WWW si trova in difficoltà nonostante 1) sia in ambito lavorativo (e quindi non legato alla sua vita e relazioni personali), 2) la sua esperienza, 3) sappia con certezza che quel momento sta arrivando, 4) che non sta chiedendo soldi per se stesso e 5) che non sono soldi che sarà l'interlocutore a pagare (ma l'azienda per cui lavora), a maggior ragione saremo ben più esposti a questo effetto noi altri comuni mortali.

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Un esempio sono le domande stupide che a tutti capita di ricevere: non hanno senso, non hanno risposta o - se ce l'hanno - non sono cazzi di chi ce lo chiede. Eppure noi ci andiamo a impegolare in risposte farfugliate e svicolanti pur di non deludere chi pensa sia lecito chiedere chi dei due fa la donna in una coppia gay.

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No, l'esempio non è casuale: è una domanda che mi è stata davvero fatta qualche mese fa (si, nel 2021) da una collega ne cosi boomer, ne cosi ottusa da giustificarla, il che ha solo aumentato la mia sorpresa. Alla fine, dopo essermi ripreso dal colpo, l'ho buttata sul ridere pur di non dirle che era una domanda assolutamente demenziale e che lei è una cretina.

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Venghino signori, venghino! Attenzione amici compiacenti tutti, perchè oggi vengo da voi con una soluzione! Non è farina del mio sacco ma vorrei tanto lo fosse: mi è stata gentilmente regalata da un'amica (ciao Ali) che - stanca anche lei di domande demenziali - durante una cena ha annunciato alla platea tutta la sua nuova strategia per gestire i ficcanaso impudenti: stare in silenzio.

Esponendo una di quelle banalità assolute e inconfutabili, che però fino a quando non te lo dicono non ci pensi, a parer suo - e ora che mi ci ha fatto pensare, anche a parer mio - è più che lecito non rispondere a una domanda a cui non si vuole rispondere.

Attenzione: non rispondere in nessun modo. Usare frasi cordiali del tipo "preferisco non rispondere" nella speranza che l'altra persona capisca di farsi i cazzi suoi, aprirebbero solo un tiro alla fune in cui l'altra persona aggiunge il carico da 90 del "ma perchè non vuoi rispondere" e noi ci si trova sempre più con la corda scivolosa tra le mani grassocce e sudate.

Il silenzio non da spazio a nulla di tutto ciò, rifiuta la domanda in quanto tale, la stronca sul nascere. So che non è facile non rispondere, per cui voglio darvi due possibili strade percorribili, ognuna con le sue insidie:

  1. Fingere di non aver sentito e cambiare completamente discorso. Skill necessarie: prontezza d'animo, generatore e/o lista di discorsi random pronti all'uso. Artefatti magici utili: una terza persona con cui iniziare il nuovo discorso per distanziarsi ancora di più dal ficcanaso; effetto potenziato se ci si rivolge fisicamente all'altra persona dando le spalle al ficcanaso. Insidie: il ficcanaso potrebbe contrattaccare prendendo la sua curiosità a due mani e riportando il discorso sulla domanda originale. Non demordete e trovate argomenti forti e porti sicuri verso cui virare.

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  1. Fissarli dritti negli occhi e non aprir bocca. Questa è l'opzione più hardcore; skill necessarie: occhio umido per sbattere le palpebre il meno possibile, ore di pratica nell'evocare il nostro Stanley interiore, forza d'animo per non soccombere all'imbarazzo (ce ne sarà tanto, siate pronti). Artefatti magici utili: alleati che si uniscano alla tua reazione per rinchiudere il ficcanaso in una pubblica gogna di silenzio. Insidie: il ficcanaso medio ha una capacità di leggere la situazione nettamente inferiore all'essere umano medio, potrebbe quindi non accorgersi della vostra reazione e non subire la pressione dell'imbarazzo; potete sfruttare i secondi di silenzio per individuare il discorso migliore e svoltare verso la strada 1, oppure giocarvi il tutto e per tutto e stare in rigoroso silenzio fino a quando se ne torna - confuso e tramortito - nella sua grotta.

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Miei pavidi compiacenti, unitevi e preparatevi ad affrontare i ficcanaso di pieno petto. Il futuro è nostro!

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