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Per favore, meno libertà
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Per favore, meno libertà

Pensare è irrazionale, muoversi senza limiti è dannoso e poter scegliere è controproducente

Daniele Selmi
Apr 6
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Non iniziate subito a fare i pignoli: lo so che ho già scritto dei vantaggi di alcune limitazioni della libertà. Quello era un post più legato alle limitazioni imposte e con un titolo molto più sagace, questo è più una guida di autoaiuto per chi sente di non poterne di più di tutta questa libertà e ha bisogno di qualche limite.

A proposito di limiti, uno dei miei è la memoria, motivo per cui non mi ricordo se vi ho già parlato del paradosso della scelta, un altro grande limite della maggior parte di noi esseri umani. Voi non ponete limiti alla vostra pazienza e vogliatemi bene comunque.

Limitare la scelta

Quello della scelta é un paradosso molto concreto e tangibile, con il quale mi scontro ogni singolo giorno, specialmente la sera: divano, Netflix e la fatidica domanda: "cosa guardiamo?"

C'è poi quel rituale quarto d'ora in cui elenchiamo tutte le serie tv che vorremmo vedere (o che abbiamo iniziato e abbandonato a metà), per poi decidere di continuare il quarto rewatch di Modern Family.

Il colpevole è solo lui: il paradosso della scelta. Quando ci vengono presentate troppe opzioni tra cui scegliere (opzioni valide, s'intende), può capitare di restare paralizzati. Succede perchè scegliere una di queste opzioni ci preclude le altre.

Oggi ho voglia di essere pedante, quindi facciamo un esempio a punti, che chiameremo "punti goderecci"

  • Avete un certo numero di opzioni e 0 punti

  • Se fate una scelta, ottenete 10 punti (è la vostra opzione preferita, quindi tanti punti goderecci)

  • Per ogni opzione che non scegliete perdete 1 punto

Voi volete, ovviamente, massimizzare i vostri punti

Situazione 1: avete 2 opzioni, ne scegliete una (+10), quindi ne lasciate una (-1) = 9 punti goderecci. Molto gaudio.

Situazione 2: avete 5 opzioni, ne scegliete una = 6 punti goderecci. Abbastanza gaudio

Situazione 3: avete 50 opzioni, ne scegliete una = -39 punti goderecci. Anti-gaudio.

Nella situazione 3 è dove si verifica il paradosso della scelta: da un lato ci sono molte opzioni che vi allettano e non sapete scegliere la vostra preferita, dall'altro sapete che tutte le scelte non fatte sono una mancata occasione.

Durante questa puntata di Pivot Scott Galloway - professore di brand strategy alla NYU - sostiene che il considerare la scelta come una cosa positiva è un grande errore di chi fa marketing, rifacendosi all'esempio di Apple, che è notoriamente una delle aziende leader nel marketing e che offre una scelta molto ridotta di prodotti rispetto alla concorrenza. "I consumatori non vogliono avere più scelta, vogliono essere più sicuri della scelta che fanno", continua poi Galloway.

É proprio per contrastare il paradosso della scelta che ha perfettamente senso che le nostre scelte come consumatori siano (a volte) limitate.

Limitare i danni

Come (ovviamente) ricorderete dall'ultimo post, nel mio lavoro sto affrontando il tema della negoziazione, altro caso in cui i limiti possono essere utili.

Siete nei suk di Marrakech e volete comprare un bellissimo souvenir. Sarà un venditore onesto? Quanto varrà davvero questo bellissimo elefante intarsiato? Ma sarà originale? Prova a vedere se non c'è scritto Made In Bangladesh... Qual era il prezzo di partenza? Ma a mamma piacerà? Per papà ho speso meno però... Forse devo abbassare ancora un po'...  Ma ci sono gli elefanti in Marocco?

Un gran casino.

Prima di salutare l'amico marocchino, fatevi due domande:

  1. Quanto vorrei spendere idealmente?

  2. Qual è il prezzo massimo che sono disposto a pagare?

Una volta che avete le vostre risposte, consideratele scritte nella pietra, due limiti invalicabili. In questo modo, anche se la negoziazione dovesse prendere pieghe inaspettate o se vi trovaste davanti a un abilissimo ingannatore, quelle due sarebbero i vostri punti saldi: un prezzo verso il quale puntare e una soglia oltre la quale sapete di dovervene andare. Vorreste spendere 10 Dirham, massimo 15 e il prezzo di partenza è 20? Ok si danza... Il prezzo di partenza è 150? Non ci provate nemmeno.

Allo stesso modo, (di solito) le piattaforme di trading permettono di impostare un livello massimo di perdita oltre il quale le azioni vengono vendute (stop loss): decidendo in anticipo qual è il livello massimo di perdita che si può sopportare, si possono contenere i danni di una posizione che sta perdendo molto valore.

Limitare il pensiero

Questo è meno autoaiuto e più riflessione.

Dror Poleg - un uomo che ha un nome tremendo e una newsletter molto interessante - ha recentemente scritto un pezzo dove cita un'altra newsletter scritta da un altro personaggio (che però non leggo perchè costa 12$ al mese (dodici!) dove viene sostenuto che esiste un grosso paradosso creatosi con l'intersezione dell'informazione e internet: se da un lato internet permette a tutti di scrivere e pubblicare in maniera indipendente e quindi ha il potere di de-centralizzare l'informazione (tant'è che voi state leggendo un signor nessuno - senza neanche pagare 12$ al mese, per altro), dall'altro questa proliferazione di pubblicazioni e creazioni rende impossibile giostrarsi in autonomia in questo scenario, portandoci a rifarci a dei brand che siano autorevoli e affidabili: le grandi testate giornalistiche, i grandi opinionisti attorno a cui si concentra l'attenzione verso i media.

Poleg sostiene quindi che è irrazionale pensare autonomamente, che è per noi necessario trovare scorciatoie (è impossibile gestire il carico di informazioni che si creano su ogni singolo argomento) e che questa è la ragione per cui non si hanno più discussioni costruttive sulle idee, ma si assumono posizioni in quanto tali, finendo col barricarsi dietro a quelle.

Andrebbe preso tutto con senso critico, ma non è sempre facile imporsi di non fare una cosa comoda come lasciare che siano gli altri a pensare per noi.

Limitare il percorso

Quando si parla di carriera o di strategia spesso si usa l'analogia del percorso, a mio avviso non sempre calzante. Se da un lato è vero che esiste un obiettivo che aiuta a definire dove si vuole andare, il percorso non è definito (da cui la difficoltà a far partire un'impresa o ad avere successo nel lavoro). Se sono in montagna e voglio raggiungere un laghetto, mi guardo la mappa e seguo il sentiero; se voglio lanciare una nuova app e ottenere 1 milione di download nel primo anno, non c'è un sentiero già tracciato; le tappe, svolte e passi da fare sono parte della definizione della strategia, ed è quindi inevitabile un certo grado di incertezza.

Immaginate di essere nel deserto e sapere che da qualche parte c'è una sorgente d'acqua, ma voi avete solo una vaga idea di dove sia. Se iniziaste a camminare alla cieca la vostra probabilità di trovarla sarebbe molto bassa, ma ci sono delle accortezze che potreste prendere: potreste dirvi che se vi accorgete di star andando in salita dovreste tornare indietro perchè da quanto ne sapete l'acqua probabilmente non è da quella parte, oppure potreste scalare le dune più alte (si scalano le dune?) per cercare segni di piante o rocce che possano indicare una sorgente d'acqua.

Ci sono due frasi abbastanza celebri riguardo al mondo dell'imprenditoria, che sembrano un po' essere in contraddizione: la prima dice che le persone di successo sono semplicemente quelle che non si sono date per vinte, l'altro invece consiglia di "fallire tanto, fallire in fretta e fallire spendendo poco" (fail hard, fail fast, fail cheap... tradotto è meno d'effetto, ma non è colpa mia). Ma quindi non ci si deve dare per vinti o si deve fallire in fretta? L'acqua continuo a cercarla perchè magari è dietro la prossima duna o mi conviene tornare indietro?

Decidere quando e verso quale direzione è necessario cambiare rotta è una parte fondamentale, ed è in questa pratica (detta pivot, letteralmente ruotare, fare perno) che si uniscono i due modi di dire: bisogna riconoscere che non si sta avendo successo e allo stesso tempo non darsi per vinti, ma semplicemente cambiare direzione.

Se da un lato è vero che non si può sapere a prescindere quando e se sarà necessario, è possibile prevedere possibili scenari che - se si dovessero verificare - sarebbero un indicatore che è il momento di cambiare rotta. Nessuno scarica la mia app, non riesco a trovare gioia nel lavoro che faccio, non sto riuscendo a rendere il mio business profittevole. Questi scenari sono un caso particolare di limiti, che segnalano il cambiamento necessario.

Beccatevi il sosia vecchio di Lillo

Quando ho iniziato questa newsletter non sapevo bene su che argomento sarei atterrato (e in parte è ancora cosi), per cui non mi sono posto limiti e ho iniziato a scrivere inondando voi fedelissimi di qualsiasi argomento mi ispirasse quel tal giorno... Un limite me l'ero dato, però: virare verso un argomento preciso nel momento in cui ne avessi identificato uno.

In queste settimane non ho scritto qui proprio perchè stavo ragionando e pensando a questo nuovo progetto; tratterà di un argomento pallosissimo e la sfida sarà renderlo interessante, perchè è un argomento che credo sia necessario trattare, in primis per me stesso: il denaro e le sue derivate come tasse, leggi, investimenti, psicologia dei consumi e del denaro e altri mostri poco piacevoli che fanno parte volenti o nolenti della nostra vita.

I soldi sono ancora un tabù in Italia, e spesso non ce ne preoccupiamo fino a quando non è troppo tardi, fino a quando abbiamo problemi e dobbiamo capire che fare... Sapere che quel carissimo amico è un lupo mannaro ci aiuta a chiuderci in casa durante i mesi di luna piena, o magari troviamo anche una pozione o due che impediscano del tutto la trasformazione.

Vi presento Denaro Mannaro.

Ho iniziato a raccogliere un po' di argomenti che vorrei trattare qui, se volete darci un occhio e dirmi che ne pensate... passerà ancora qualche tempo prima che inizi a pubblicare, voglio organizzare bene gli argomenti e portarmi avanti per evitare i buchi dovuti alla pigrizia ai troppi impegni. L'idea è di far convivere entrambe le newsletter, vedremo come va...

Ciao bei sedani insipidi.

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